Vitamina D: il test indispensabile da introdurre in farmacia

Con il termine vitamina D si identifica un gruppo di molecole  liposolubili (pro-ormoni) che consentono di aumentare l’assorbimento intestinale di calcio, ferro, magnesio, fosfato e zinco. 

Nell’uomo, i composti più importanti di questo gruppo sono la vitamina D3 e la vitamina D2. La prima è prodotta naturalmente dalla cute attraverso l’esposizione alla luce solare, la seconda è ottenuta principalmente dagli alimenti. (1)

La quantità di vitamina D contenuta negli alimenti è infatti scarsa, infatti secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, il 90 % circa del suo fabbisogno si ottiene grazie all’esposizione al sole. (2)

Ogni cellula del nostro corpo ha dei recettori per la vitamina D, questo significa che il nostro organismo in toto ha bisogno di un livello “sufficiente” di vitamina D per poter funzionare correttamente. (3)

Perchè è importante effettuare lo screening in farmacia e tenerla controllata?

Le ricerche sulla vitamina D e il suo ruolo nella salute umana sono iniziate oltre un secolo fa e nel corso del tempo hanno permesso di scoprire legami inaspettati tra carenze di questo composto nel nostro organismo e lo sviluppo di numerose patologie.

Il recettore per la vitamina D non si trova solo a livello delle cellule dell’apparato scheletrico, ma praticamente in tutti i distretti corporei , come le cellule del sistema immunitario o quelle dello stomaco.

 Pertanto, oggi il rilevamento del livello di vitamina D (25 (OH) D) è considerato un “test di screening necessario dal punto di vista medico”, così come il mantenimento di livelli sufficienti di vitamina, non solo per migliorare la salute delle ossa, ma anche per migliorare la salute e il benessere generale. (3)

La carenza di vitamina D è asintomatica e si manifesta soltanto quando il deficit è molto grave. 

I sintomi legati al sistema muscolo – scheletrico sono: dolori osteo-articolari e muscolari, ossa fragili. Inoltre, può manifestarsi anche con sintomi neurologici, come per esempio contrazioni muscolari involontarie, stati confusionali, difficoltà a pensare in modo chiaro, stanchezza ricorrente, ansia e disturbi del sonno.

Tra le conseguenze dell’ipovitaminosi D vi sono patologie legate al metabolismo osseo, come rachitismo, osteomalacia e osteoporosi; può favorire anche la parodontite, patologia dentale  causata dell’indebolimento delle ossa mascellari.

Il deficit di vitamina D sembra connesso anche con molte altre condizioni mediche, tra cui diabete, ipertensione, cancro, patologie neurologiche (come la sclerosi multipla) e reumatiche (come la fibromialgia). Alcuni studi, inoltre, hanno messo in evidenza un rapporto tra carenza di vitamina D e disturbi cutanei come prurito, orticaria e allergie alimentari, rilevandone anche l’importante ruolo nel sistema immunitario. (4-5)

Infine, se si verifica una carenza di vitamina D in gravidanza, anche il feto avrà livelli ridotti di questa vitamina. (6)

Anche l’ eccesso di Vitamina D, però, può essere dannoso, in quanto comporta anche un eccessivo assorbimento di calcio, il quale può andare a danneggiare tessuti e organi, e causare sintomi come nausea, vomito, aumento della sete e minzione frequente. (5)

Tabella dei sintomi da carenza e da eccesso di Vitamina D (1):

vitamina d tabella sintomi

A chi proporre il test della vitamina D nelle diverse fasi della vita?

Il test della vitamina D è un test che si può estendere a tutta la popolazione, perchè  i livelli di 25(OH)D generalmente variano considerevolmente a seconda di diversi fattori: la latitudine, l’età, il colore della pelle, l’uso di creme solari – sempre fondamentale per aiutare a prevenire eventuali malattie cutanee – e molto altro ancora.

Inoltre lo stile di vita moderno, che prevede sempre meno ore trascorse all’aperto anche per i bambini, non stimola la formazione della vitamina D e rende la carenza piuttosto comune. A tal punto da parlare di “epidemia di carenza di vitamina D”.

Ci sono, però, categorie per cui il monitoraggio della vitamina D è più raccomandato di altre: gravidanza, allattamento, menopausa, presenza di patologie intestinali. (8)

Stagionalità

Come già detto, la stagionalità è un fattore molto importante perché i livelli di vitamina D tendono a essere più bassi a fine inverno e a inizio primavera, a causa della scarsa esposizione al sole.

Invece dopo l’estate  tendono ad essere più alti, proprio grazie all’aumentata esposizione alla luce solare (8)

Donne in menopausa

Le donne in/post-menopausa hanno maggiore probabilità di incorrere nella patologia ossea nota come “osteoporosi”, perché la carenza di estrogeni contribuisce alla perdita di massa ossea, e questo effetto viene amplificato dalla carenza di vitamina D. 

Inoltre, la carenza sia degli ormoni estrogenici che della vitamina D implica anche maggior esposizione  al rischio di insorgenza di sindrome metabolica rispetto alle donne con livelli vitaminici sufficienti. Infatti alcune recenti evidenze suggeriscono un ruolo della condizione di deficit vitaminico D in diverse patologie croniche come l’obesità, l’ipertensione, il diabete e, di conseguenza, la sindrome metabolica (SM) e le malattie CV. (9)

 

La vitamina D è fondamentale per la salute complessiva e il suo monitoraggio è essenziale, soprattutto per le persone più a rischio. Considerando la diffusione della carenza di questa vitamina, è importante includere il test tra i servizi offerti in farmacia. Questo permetterà di fornire un supporto prezioso ai cittadini, aiutandoli a prevenire e gestire con il proprio medico potenziali problematiche legate alla salute.

Fonti:

  1. Holick MF (March 2006). High prevalence of vitamin D inadequacy and implications for health. Mayo Clinic Proceedings. 81 (3): 353–73.
  2. Istituto Superiore di Sanità

    EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica.

    Somministrazione di vitamina D per la prevenzione dell’osteoporosi: una scelta basata sull’evidenza?

    Gian Loreto D’Alò, Marco Ciabattini, Roberto Da Cas e Giuseppe Traversa.

  3. Grant WB, Holick MF (June 2005). Benefits and requirements of vitamin D for optimal health: a review. Alternative Medicine Review.10 (2): 94-111.
  4. Tuchinda P, Kulthanan K, Chularojanamontri L, Arunkajohnsak S, Sriussadaporn S. Relationship between vitamin D and chronic spontaneous urticaria: a systematic review. Clin Transl Allergy. 2018 Dec 4;8:51. doi: 10.1186/s13601-018-0234-7. PMID: 30534360; PMCID: PMC6278169.
  5. Zhang P, Xu Q, Zhu R. Vitamin D and allergic diseases. Front Immunol. 2024 Jul 4;15:1420883. doi: 10.3389/fimmu.2024.1420883. PMID: 39026686; PMCID: PMC11254667.
  6. Soo Bin Lee, Sang Hee Jung, Hanna Lee, Sae Mi Lee, Jae Eun Jung, Nari Kim, Ji Yeon Lee,

    Maternal vitamin D deficiency in early pregnancy and perinatal and long-term outcomes. Heliyon, Volume 9, Issue 9, 2023, e19367.

    https://doi.org/10.1016/j.heliyon.2023.e19367.
  7. Marcinowska-Suchowierska E, Kupisz-Urbańska M, Łukaszkiewicz J, Płudowski P, Jones G. Vitamin D Toxicity-A Clinical Perspective. Front Endocrinol (Lausanne). 2018 Sep 20;9:550. doi: 10.3389/fendo.2018.00550. PMID: 30294301; PMCID: PMC6158375.
  8. Moyad MA. Vitamin D: a rapid review. DermatolNurs. 2009, 21:25-30.
  9. Boteon Schmitt E et al. Vitamin D deficiency is associated with metabolic syndrome in postmenopausal women. Maturitas. 2018;107:97-102.
  10. img: https://storyset.com/summer”>Summer illustrations by Storyset